Il breviario Grimani
Brevarium secundum consuetudinem Romanae curiae
Descrizione
Il manoscritto è straordinario per il numero e la qualità delle sue miniature.
I testi del Breviario sono preceduti, come si usava in quella epoca, da un calendario illustrato da pittori fiamminghi. Ogni mese è oggetto di una pagina intera, con un’attenzione particolare alle stagioni, ai lavori agricoli e agli usi e costumi della ricca borghesia delle Fiandre. Di fronte alla pagina dipinta è presentato il calendario del mese, inserito in un quadro illustrato con scene campestre e di attività quotidiani nonché monocromatiche con soggetti religiosi e segni dello zodiaco. I capitoli del manoscritto sono segnati da 68 miniature (pagine intere) che illustrano scene della storia biblica, cristica e della vita di santi. Importanti quadri e bande laterali ornano ogni pagina : sullo sfondo si vedono, rami, fiori, insetti e animali realizzati secondo la tipologia decorativa propria alle scuole di Gand e di Bruges. La coesistenza di temi profani e sacri e il realismo delle immagini della vita quotidiana nelle Fiandre caratterizzano questo manoscritto, come altre opere di quella epoca. Certe miniature sono certamente opere di “atelier”. Nonostante questo, una importante parte del calendario e delle illustrazioni a costruzione spaziale complesse, di un gusto italianizzante, puo’ essere attribuita à Gérard Horenbout, che lavorava a Gand; Le illustrazioni in stile arcaico e decorative possono essere attribuite a Alexander (Sander) BENING e al suo figlio Simon. Il restauro è finito ed è stato presentato alla stampa il 1° marzo 2005.
Storia
Il Breviario è citato per la prima volta dal suo proprietario, il Cardinale Domenico GRIMANI, durante la redazione del suo testamento nel ottobre 1520 (il Cardinale morirà nel 1523).
Il Cardinale Grimani aveva comprato il manoscritto a Antonio SICILIANO, Ciambellano del Duca di Milano Massimiliano SFORZA.
E’ possibile che Antonio Siciliano abbia comprato il Breviario direttamente nelle Fiandre dove fù ambasciatore del Duca Sforza nel 1514.
Il primo committente dell’opera è sconosciuto ma la ricchezza del Breviario dimostra che non si tratta di un lavoro corrente. L’iconografia di certe illustrazioni riflette lo stile degli artisti della fine del XV secolo, come Hugo VAN DER GOES, Hans MEMLING e Gérard DAVID. Certe innovazioni spingono a pensare ad una datazione più tardiva dell’opera (verso 1520) a l’apogeo della scuola di Gand e di Bruges rappresentata da Quentin METSYS, Joos VAN CLEVE e Jan GOSSAERT. Il ciclo iconografico del calendario si ispira delle illustrazioni dei fratelli LIMBOURG nelle “Très riches heures”” del Duca de Berry, anteriore di circa un secolo (1411-1416). Questa opera fù probabilmente disponibile nelle Fiandre all’epoca della realizzazione del Breviario considerando che Margherite d’Austria, vedova di FILIBERTO II di Savoia e proprietaria delle “Très riches heures”, era governatore dei Paesi Bassi a quelle epoca. [Il restauro del Breviario e il suo finanziamento da parte di MICROSOFT] |