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La "Legenda di Santa Ursola" del pittore Xavier Mellery

Xavier Mellery, pittore, scultore, disegnatore ed illustratore belga nato a Laeken nel 1845 e morto nella stessa città nel 1921 fu un precursore del simbolismo e il maestro di Fernand Khnopff. La sua opera possiede un’aspetto naturalista, che, in particolare, si esprime nei paesaggi dell’isola di Marken dipinta nel 1878-79 su invito di Charles De Coster, ma è soprattutto, conosciuta per le scene intimistiche (fra le quale la serie dei disegni L’Ame des choses nei anni 1890) e per le importanti scene allegoriche su sfondo oro, destinate alla decorazione di edifici pubblici.Ha illustrato Il Belgio di Camille Lemonnier (1885) e eseguito dei disegni preparatori per le piccole statue dei mestieri a Bruxelles al “Petit Sablon” (1882).

La sua opera è stata oggetto di diverse mostre importanti, dalla prima retrospettiva l’anno dopo la sua morte, ad Anversa, fino a Xavier Mellery. L’Ame des choses, consacrata all’artista dal Museo di Ixelles nel 2000. Un importante numero dei suoi quadri sono conservati al Museo des Beaux-Arts di Bruxelles.

Allievo di Jean Portaels all’Academia delle belle arti di Bruxelles, Xavier Mellery ha effettuato un soggiorno di più di due anni in Italia dopo avere ricevuto il premio di Roma nel 1870. L’opera attualmente esposta a l’Accademia Belgica è il frutto di un lavoro di sei mesi alla Galleria dell’Accademia di Venezia nel 1872.

Il libro di Christine Dupont consacrato ai Modelli italiani e alle tradizioni nazionali. Gli artisti belgi in Italia (1830-1914), aiuta a collocare la scelta di Mellery nella formazione artistica dell’epoca: “Il vincitore del premio di Roma di pittura seguente (1870), Xavier Mellery, trascorrerà sette a otto mesi nella città dei dogi. Si appassiona anche lui alla pittura veneziana, ma il suo interesse si porta essenzialmente sull’arte di Carpaccio. Mellery trascorrerà più di sei mesi, lavorando da sette a otto ore al giorno per riprodurre uno dei panelli della monumentale “legenda di Santa Ursola” che dobbiamo al pennello del maestro della fine del quattrocento.” (p.454)

“Lavoro regolarmente a questa copia dalle otto del mattino alle quattro del pomeriggio – scrive – e, dopo la chiusura del Museo, vado a dipingere dal vivo dove imparo molto.” (Lettera di Mellery a Kempeneers, Venezia, 18 luglio 1872, p.259)

Se questa scelta è da mettere in parallelo con l’attrazione abbastanza generalizzata dei belgi per la pittura veneziana – come lo dice Lambert Mathieu, la pittura di Venezia è la scuola italiana “che ha le maggiori analogie con la nostra-, c'è anche una specie di moda o di riscoperta di questo pittore al XIXesimo secolo, nel quadro di quella, più larga, dei primitivi.”

Jean Portaels diceva già, nel 1844: "[…] I pittori che hanno preceduto i Giovanni Bellini, Carpaccio, Gentile Bellini e altri, che ad una grande ingenuità di espressione aggiungevano un bel colore e dello stile. Credo che questi maestri sono molto buoni a studiare." (Lettera di Portaels a Wappers, Venezia, 2 agosto 1844, citato p.458).

p.479. "Mellery, invece, non esitava a dichiarare "Mi convinco ogni giorno che la natura in prima linea, i maestri primitivi in seconda ed i geni i terza devono sempre essere la base dell'educazione artistica". (I rapporto di Mellery, Roma 1873).

Notice redata dalla Accademia Belgica dalle fonti seguenti :
Dupont, Christine A., Modèles italiens et traditions nationales. Les artistes belges en Italie (1830-1914), Bibliothèque de l’Institut historique belge de Rome, LIV, Bruxelles, 2005.
Thieme, Ulrich, Becker, Felix, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler von der Antike bis zur Gegenwart, Leipzig, Engelmann, 1907-1950 - 37 v., vol. XXIV, 1940, p. 365.
Delzenne, Yves-William Houyoux, Jean (dir.), Le nouveau dictionnaire des Belges, Bruxelles, Le Cri, 1998, vol. 2, p.105.
Notice sur Xavier Mellery dans le Dictionnaire des peintres belges, sur le site balat.kikirpa.be.
Sulzberger S., Mellery (Xavier) in Biographie nationale publiée par l’Académie royale des sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique, Bruxelles, Bruylant, 1964, t. XXXII, p. 518.
Discours prononcé par M. Ernest Verlant aux funérailles de M. Xavier Mellery in Académie royale de Belgique. Bulletin de la Classe des Beaux-Arts, 1921, p.20-22.